“Il nostro settore è vitale e in salute”. L’intervista a Umberto Roccatti, presidente di ANAFE e vicepresidente di IEVA

Il 2021 sarà un anno importante per il mondo dello svapo. Cominciato già negli scorsi mesi, il dibattito per la TPD3 entrerà infatti nel vivo e tracciando quelle che saranno le nuove linee guida di questo settore. Con Umberto Roccatti, presidente dell’associazione Anafe-Confindustria e vice presidente di IEVA (Independent European Vape Alliance), abbiamo parlato dello stato di salute del vaping nel nostro paese e delle problematiche italiane ed europee.

Ci stiamo ancora riprendendo dal problema di EVALI (E-cigarette, or Vaping, product use Associated Lung Injury) – ha spiegato Roccatti – La gogna mediatica, totalmente gratuita, per il discorso del THC americano che c’è stato nello scorso autunno ha ovviamente creato qualche problema. Avevo previsto un tempo di 18 mesi per la ripresa, invece malgrado il Covid il settore si è ripreso nell’arco di 12 mesi ed è tornato al periodo pre EVALI . Nonostante tutta l’informazione negativa che gira intorno allo svapo e tutte le problematiche interconnesse, il settore è vitale, in salute ed è tornato performante. Chiaro che adesso il contesto economico e sociale legato al Covid sicuramente non aiuta“.

Dal punto di vista europeo quali sono le problematiche?

In Europa le cose sono diametralmente opposte all’Italia. Qui da noi abbiamo un problema più che altro fiscale, con il dibattito che gira intorno alla tassazione. In Europa, dove si stanno ponendo le basi per le linee guida della TPD 3 che arriveranno alla fine del 2021, ci sono dei potenziali elementi di disturbo che potrebbero rendere la TPD 3 più pesante della TPD 2. C’è molta discussione intorno agli aromi, intorno all’engagment dei minorenni e quindi intorno alla presunta adozione della sigaretta elettronica come iniziazione verso il fumo. Sono tutti dati che scientificamente sono già stati ampiamente disattesi, però c’è parecchio fermento“.

Non posso dire di essere tranquillo, ma sono moderatamente ottimista. Pensavamo che la TPD 2 distruggesse lo svapo invece è data diversamente. Non solo non lo ha distrutto, ma forse ci siamo anche salvati perché senza la TPD 2 l’EVALI ci avrebbe massacrato. Il sistema di controllo e di notifica ha permesso di dare dignità a questo settore. Dal nostro punto di vistala TPD 2 è chiaramente migliorabile. Vedremo cosa succederà per la TPD3. Come IEVA stiamo lottando per portare avanti le nostre ragioni. Se un determinato paese europeo ha veramente un problema con i giovani, che vengano attuate delle leggi a livello locale senza fare una legislazione internazionale o continentale e mettere delle barriere eccessive per questo settore“.

Cosa si può fare in Italia per ottenere un maggior dialogo con le istituzioni?

Io sono da sempre il fautore della comunicazione cordiale e sincera con le istituzioni. È il modo di fare di ANAFE, ed è il modo di fare che abbiamo sempre usato e che ha dato i suoi frutti. Noi adesso abbiamo un dialogo intenso, siamo accreditati con le istituzioni e ci ascoltano. Non sempre ci danno ragione e fanno quello che dice ANAFE, ci mancherebbe e non sarebbe neanche giusto così, ma ci ascoltano. La cosa di cui ha bisogno il nostro settore è una maggiore adesione ad ANAFE o ad altre associazioni. Il nostro è un settore che deve ancora assolutamente definirsi nella sua completezza“.

Anche se dieci anni sembrano tanti, siamo ancora agli albori e abbiamo ancora da scrivere tante norme. Più rappresentanza c’è, più forza c’è e più capacità di far valere le nostre ragioni abbiamo. Purtroppo ANAFE al momento ha solo al momento 11 aziende virtuose che investono per il futuro di questo settore e secondo me sono veramente troppo poche. C’è bisogno di lasciar perdere la competizione commerciale tra aziende, che è giusto che esista, feroce o non feroce, perché tutti abbiamo un interesse comune, ovvero che questo mercato venga valorizzato. Invito dunque le aziende, a qualsiasi livello, produttori, distributori ma anche negozianti, a convergere su quelli che sono i tanti punti comuni“.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *