“Non esistono dati che lo dimostrano”. L’intervista al prof. Riccardo Polosa su Svapo e Covid-19

Le ultime indiscrezioni relative al Coronavirus, hanno messo in allarme il mondo degli ‘svapatori’: in particolare quelle che affermano che lo svapo potrebbe aumentare il rischio di contrarre il Covid-19. Verità o ‘fake news’? Lo abbiamo chiesto al prof. Riccardo Polosa, ordinario di Medicina interna all’Università di Catania e fondatore del centro di ricerca per la riduzione del danno da fumo CoEhar.

Professore, molti vapers sono preoccupati per queste notizie. Corrispondono al vero? 

La risposta è no, e le notizie di questi giorni sono la dimostrazione che ancora una volta il mancato utilizzo di standard di riferimento per la ricerca scientifica in questo campo porta a risultati fuorvianti ed errati. Le nostre indagini, che corrispondono peraltro a quelle di molti scienziati nel mondo, dicono esattamente il contrario. Gli studi che abbiamo condotto insieme ai ricercatori del CoEHAR, Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo dell’Università di Catania, e che sono stati già pubblicati su diverse riviste scientifiche, dimostrano che la nicotina sembra addirittura avere effetti terapeutici nei casi di COVID-19“.

Studi condotti su pazienti già ospedalizzati per COVID-19 dimostrano che il numero di fumatori atteso risultava molto più basso del previsto (mediamente 3 volte inferiore). Non esistono dati che dimostrano che i prodotti da svapo siano un chiaro fattore di rischio per l’infezione e/o per lo sviluppo della malattia. Di contro, risulta che l’uso regolare di sigarette elettroniche può ridurre l’attività di diversi agenti patogeni, probabilmente a causa della presenza di glicole propilenico nell’aerosol, che è riconosciuto abbia una funzione antibatterica e antivirale“.  

Per quale motivo, secondo lei, c’è sempre e comunque una certa stampa che spara a zero contro il fumo elettronico?

Io non credo che siano i giornalisti a fuorviare i messaggi ma è la stessa scienza che, come dimostrato ampiamente anche durante il lockdown, non riesce più a dare risposte univoche e certe. Questo continuo dibattito acceso, e spesso contrastante, non aiuta di certo l’opinione pubblica a trovare le risposte che cerca. Noi scienziati, come i giornalisti, abbiamo un grande dovere: raccontare ciò che sappiamo usando il ‘linguaggio della verità’ dei fatti e dei dati. Ed è su questo che tutti dobbiamo concentrarci. Ai giornalisti il dovere di verificare le fonti, agli scienziati quello di verificare i dati“. 

L’innovazione nel mondo dello svapo

Il mercato italiano si è contraddistinto per una certa qualità nella produzione di liquidi. Si può fare ancora di più per garantire la sicurezza dei vapers?

La regolamentazione europea impone regole abbastanza ferree per la produzione e commercializzazione dei liquidi. Io stesso, in seno al gruppo di lavoro sui liquidi del CEN – Comitato Europeo di Normazione – che ormai coordino da qualche anno, mi sono battuto per il controllo della qualità del settore e per una certificazione chiara e standardizzata. Ma non è ancora finita, per garantire un livello top di qualità dei prodotti dobbiamo lavorare sempre di più sull’innovazione e sulla ricerca, assicurando un continuo controllo della qualità e applicando l’innovazione come fattore chiave della produzione. La regolamentazione europea sta facendo da apripista per molti Paesi in cui sono ancora presenti grosse lacune in questo campo ed è su questa strada che dobbiamo continuare“.

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